I primi blackout
I black-out su scala nazionale iniziarono nell’ottobre del 2022. Prima di quella data, l’elettricità non era mai venuta a mancare nella nostra zona, se non in rare occasioni. Nemmeno durante il periodo in cui eravamo “insaccati” su tutti i fronti dai russi. L’unico problema significativo nella primavera del 2022, per quanto riguarda le infrastrutture, fu l’interruzione della connessione internet, che si verificava sporadicamente, ma nulla di troppo grave. In genere, la situazione veniva risolta nel giro di pochi giorni. I russi avevano danneggiato alcune infrastrutture nella direzione Kyiv-Brovary, causando disagi alla rete.
I blackout, invece, colsero me, e gli ucraini in generale, completamente di sorpresa. Verso la fine del 2022, pochi erano preparati ad affrontare la prolungata mancanza di elettricità. L’esercito russo continuava a colpire le infrastrutture del paese, non perché rappresentassero obiettivi militari, ma come parte delle molte azioni di terrorismo contro la popolazione civile. Credevano che, privati della luce e costretti a condizioni di vita disumane, gli ucraini si sarebbero arresi o avrebbero fatto pressione per un cessate il fuoco o una “pace” forzata. Ora, a settembre 2024, circa l’80% dell’infrastruttura energetica ucraina risulta distrutta e non funzionante. Per tornare alle condizioni pre-guerra, ci vorranno anni di lavori di riparazione.
Come funzionano i black-out programmati?
I blackout iniziarono in modo blando, poche ore al giorno, fino a protrarsi per quasi tutta la giornata col proseguire dell’inverno e l’abbassarsi delle temperature, in quanto i consumi salivano per riscaldare quelle poche ore al giorno. Noi, per fortuna, a casa dei suoceri abbiamo il riscaldamento a gas, che non richiede l’elettricità. Invece ci mancava l’acqua, in quanto il motore elettrico non funzionava. Per la connessione a internet ci siamo organizzati fin da subito comprando una piccola batteria ricaricabile da 20 Euro. Con una ricarica riesce a tenere acceso il modem per 5-6 ore.
La compagnia elettrica, attraverso Telegram (in Ucraina pochi usano WhatsApp), fornisce un grafico con gli orari dei blackout suddivisi per zona. In pratica, l’elettricità nella regione viene distribuita a turni: nella nostra zona, ci possono essere tre ore di luce al mattino e altre tre la sera, alternandoci con le altre zone (in genere 4-5 in totale). Durante l’inverno, questo significava avere un totale di 6 ore di elettricità al giorno.
Il blackout più lungo durante l’inverno nella nostra casa durò circa 48 ore. Non potendo usare il computer o il telefono durante queste lunghe interruzioni, passavo il tempo studiando, leggendo libri o allenandomi, con una piccola palestra improvvisata in salotto. Non c’era molto altro da fare. Ogni volta che tornava la luce, mettevamo subito in carica tutti i dispositivi elettronici, cucinavamo e ci lavavamo.
Come funzionano i blackout programmati?
I blackout iniziarono in modo blando, poche ore al giorno, fino a protrarsi per quasi tutta la giornata col proseguire dell’inverno e l’abbassarsi delle temperature, in quanto i consumi salivano per riscaldare quelle poche ore al giorno. Noi, per fortuna, a casa dei suoceri abbiamo il riscaldamento a gas, che non richiede l’elettricità. Invece ci mancava l’acqua, in quanto il motore elettrico non funzionava. Per la connessione a internet ci siamo organizzati fin da subito comprando una piccola batteria ricaricabile da 20 Euro. Con una ricarica riesce a tenere acceso il modem per 5-6 ore.
La compagnia elettrica, attraverso Telegram (in Ucraina pochi usano WhatsApp), fornisce un grafico con gli orari dei blackout suddivisi per zona. In pratica, l’elettricità nella regione viene distribuita a turni: nella nostra zona, ci possono essere tre ore di luce al mattino e altre tre la sera, alternandoci con le altre zone (in genere 4-5 in totale). Durante l’inverno, questo significava avere un totale di 6 ore di elettricità al giorno.
Il blackout più lungo durante l’inverno nella nostra casa durò circa 48 ore. Non potendo usare il computer o il telefono durante queste lunghe interruzioni, passavo il tempo studiando, leggendo libri o allenandomi, con una piccola palestra improvvisata in salotto. Non c’era molto altro da fare. Ogni volta che tornava la luce, mettevamo subito in carica tutti i dispositivi elettronici, cucinavamo e ci lavavamo.
Qui a sopra, una tabella degli orari di blackout per la regione di Chernihiv. I numeri nella riga in alto rappresentano 6 aree, mentre nella colonna a sinistra sono rappresantati gli orari. Le zone verdi rappresentano gli orari in cui l’elettricità è garantita in una determinata area, le zone blu e rosse rappresentano la possibilità che non ci sia l’elettricità, in base a quanti altri distretti la ricevono nello stesso momento. Le zone nere sono i periodi senza luce. Durante il mese di Luglio, vi furono dei lavori di mantenimento di alcune centrali nucleari, e durante tale periodo andarono fuori servizio. Era pressochè quasi garantito che nelle zone rosse e blu, l’elettricità venisse a mancare.
Qui sotto la tabella di kyiv, dove la situazione fu ancora più critica rispetto a Chernihiv.
Metodi per migliorare la situazione
Per l’inverno 2023, ci siamo preparati comprando una centrale elettrica portatile Ecoflow, che alla fine risultò inutile, in quanto non ci fu alcun blackout durante quel periodo. Purtroppo, quest’anno la Russia ha ripreso con gli attacchi alle infrastrutture, e già in estata la situazione si è fatta critica. A Giugno e Luglio per circa 12 ore al giorno eravamo senza luce. Ora, con temperature più miti, l’elettricità non manca. Per l’inverno ci siamo preparati comprando un generatore di energia a benzina, da usare in caso di emergenza, e non 24/7, per due motivi. Uno, fattore economico, un pieno dura circa 14-15 ore, con un costo di 15 euro. Costerebbe minimo 450 euro al mese. In secondo luogo, il generatore a benzina è molto rumoroso, in media 60db, quindi recherebbe disturbo ai vicini. Durante i blackout a Kyiv, quasi ogni negozio fa uso di generatori ed essi diventano la “musica di sottofondo”. Che si vada al supermercato, in stazione della metro, o qualunque altro luogo, anche solo una camminata, il ruggito dei generatori è sempre pronto a ricordarti della guerra.
L'inverno che verrà
Al momento, come già menzionato, non ci sono particolari problemi, viste le temperature miti. Si prospetta invece un inverno freddo e con meno elettricità del 2022. Molti complessi residenziali, in specie quelli di più recente costruzione a Kyiv, si stanno organizzando con delle collette, per acquistare dei generatori ed avere luce, acqua e riscaldamento quando la situazione diventerà critica. Per esempio, nel mio appartamento – dove, fin quando non finirà la guerra, non andremo a viverci – richiedono circa 150 Euro per abitazione, ma è un pagamento “volontario”, ma non di facile organizzazione, in quanto molti condomini non gradiscono pagare la stessa cifra di chi per esempio, ha un appartamento più grande del loro, oppure se qualcuno vive da solo non gradisce pagare come una famiglia di quattro persone. Anche in questi momenti difficili, non mancano le tensioni ed incomprensioni tra vicini.
In conclusione, io e la mia famiglia, per quanto ci si possa preparare relativamente a una situazione simile, siamo pronti per l’inverno. Tuttavia, molte famiglie ucraine saranno costrette a trascorrere mesi terribili, al freddo e in condizioni igieniche precarie. È proprio per questo motivo che è fondamentale supportare l’Ucraina.